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Bentornato a casa, Delio!

Delio torna a casa. Intesa ormai definita, il Foggia ha a tutti gli effetti il nuovo allenatore, il quarto dall’inizio di stagione. Delio Rossi è la nuova guida dei rossoneri. Contratto pronto fino a giugno del 2024. Proverà a fare il miracolo nei play off, laddove non dovesse riuscirci dovrà pilotare in alto il Foggia nella prossima stagione. L’allenatore riminese di nascita ma foggiano d’adozione domani sarà in città: domenica il debutto a Messina. Torna a sedersi sulla panchina del Foggia 27 anni dopo. A marzo del 1996 una sconfitta interna con la Salernitana scatenò il fini mondo. Gara sospesa per invasione di campo ed esonero del tecnico, che da calciatore ha indossato per sei lunghi anni la maglia rossonera e che non ha mai fatto mistero di essere un tifoso del Foggia. “L’errore che feci in quella esperienza fu di ragionare col cuore piuttosto che con la testa”, raccontò qualche tempo dopo. Oggi la testa e il cuore hanno consigliato a Delio Rossi di dire sì alle avances di Canonico, che dopo aver sbottato e annunciato sabato sera l’autogestione, è subito tornato sui suoi passi. Rossi che firma fino al 2024, d’altronde, non può che avere un significato: Canonico ha intenzione di andare avanti, altro che. Rossi da allenatore muove i primi passi a Torremaggiore: tra i dilettanti fa le ossa, poi il salto nella Primavera del Foggia, nel 1993 va alla Salernitana dove ottiene al primo colpo la promozione in B attraverso i play off. L’anno successivo sfiora con i granata la promozione in A, poi l’approdo al Foggia, reduce dalla retrocessione dalla massima serie. Subito dopo c’è il Pescara e nel 97 il ritorno a Salerno, dove torna a vincere, si guadagna l’appellativo del Profeta e porta la Salernitana in serie A. La festa proprio a spese del Foggia, condannato all’Arechi al ritorno in C. Quel giorno a Salerno fecero festa tutti tranne che Delio. Dopo altro girovagare tra Genoa, Lecce e Atalanta, ecco la Lazio sulla sua strada: riporta i biancocelesti in Europa, si qualifica nel 2027 2008 alla Champion League e nella stagione successiva, la quarta sulla panchina laziale, alza al cielo la Coppa Italia, vinta in finale con la Sampdoria dopo aver eliminato Milan e Juventus. L’anno dopo sfiora la qualificazione alla Champions League alla guida del Palermo, portato comunque in Europa. E proprio con i rosanero sfiora la seconda conquista della Coppa Italia, persa in finale con l’Inter. Poi ancora arriva la Fiorentina: esperienza caratterizzata da un violento scontro con un suo calciatore Ljajic, una reazione che costa a Rossi il posto e 3 mesi di squalifica. Salvezza subito dopo alla guida della Sampdoria. A maggio del 2015 lo chiama il Bologna, poco più di un mese dopo è promosso in A con i felsinei, battendo il Pescara ai play off. Esperienza anche al Levski Sofia, in Bulgaria. Nel 2019 sembra in procinto di tornare al Foggia, per provare a salvare i club dei Sannella. Che prima lo contattano, poi virano su Padalino. Delio invece si accasa al Palermo, dove arriva terzo ma è costretto a rinunciare ai play off per la pesante penalizzazione inflitta al club. A novembre del 2020 c’è l’Ascoli ad offrirgli la panchina. Poi lo stop, prima che della chiamata di Sapio e di Canonico: a te il Foggia, bentornato a casa, Delio!